
Pippa la Catanese
Può una semplice popolana diventare la più fedele confidente di una regina?
Esiste una storia mista al folklore sulle vicende avvenute a Catania, dove una pura anima venne sacrificata per gli intrighi di corte.
Filippa, meglio conosciuta in dialetto come Pippa "la Catanese", era una semplice lavandaia catanese vissuta a cavallo tra il XIII e XIV secolo.
Nonostante le sue origini ebbe una vita molto facoltosa ricca di privilegi ed onori.
Venne scelta da Roberto d'Angiò (sovrano di Napoli) e dalla moglie Violante d'Aragona come balia per il piccolo Luigi.
Pippa si trasferirì al Castello Ursino, all'epoca sotto il controllo degli Angioini, e si occupò della crescita del principe con tanto amore e dedizione, come se fosse suo figlio. Ogni singolo momento era dedicato a Luigi.
Quando gli Angiò si ritirarono a Napoli in seguito ai Vespri Siciliani, portarono con sé anche l'amorevole balia di Luigi, che continuò a viver a corte fino alla morte del principe.
Nonostante i suoi servizi a corte non fossero più necessaria, i reali scelsero di tenere con sè la lavandaia per una forma di legami e gratitudine.
Nel frattempo Pippa da semplice lavandaia e balia era diventata una vera signora, costruendosi una posizione tale da permettergli di sposare il siniscalco del Regno, da cui ebbe tre figli.
Nel 1343 al trono del regno salì Giovanna Ie Pippa ne diventò la confidente più stretta e amica.
La nuova regina nonostante amasse il cugino Luigi duca di Taranto, sposò il principe Andrea d’Ungheria per cui nutriva un profondo odio, poichè bramava il potere.
Neanche il popolo aveva a cuore il principe d' Ungheria, e per evitare che salisse al trono, la notte del 18 settembre 1345, venne strangolato e gettato da una finestra su un burrone.
Venne convocato persino il Papa (supremo signore feudale del Regno di Napoli) per la ricerca dell'assassino.
Il Papa intuendo la partecipazione della regina al complesso indiziò la povera lavandaia, che venne accusata di essere a conoscenza del piano criminale proprio perchè stretta amica e confidente della regina Giovanna.
Pippa venne severamente torturata, ma per fedeltà alla sua regina e amica, non rivelò nulla, tranne di essere venuta a conoscenza del complotto successivamente.
La povera catanese venne condannata a morte al rogo insieme ad uno dei suoi figli e un nipote.
La morte di principe di nobile casata ebbe diverse conseguenze:
- Reazione incollerita di Luigi I d'Ungheria, fratello di Andrea, che per ben due volte avrebbe invaso il regno mettendo in serio pericolo la permanenza di Giovanna.
- Il processo istituito per la regina Giovanna I dalla corte pontificia di Avignone dichiarò la sua completa innocenza ed estraneità alla congiura, ma la sentenza fu evidentemente barattata con la cessione da parte di Giovanna alla Chiesa del dominio della città francese.
- L'assassinio di Andrea fu vendicato solo trentasette anni dopo, il 12 maggio del 1382, quando i sicari inviati da Carlo di Durazzo raggiunsero Giovanna nella fortezza di Muro Lucano, dov'era stata rinchiusa, e la uccisero , leggenda vuole che del commando assassino facessero parte i nipoti di Pippa decisi a vendicare chi non mosse un dito per salvare la lavandia catanese.
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