La Festa di Sant' Agata

La Festa di Sant' Agata

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La Festa di Sant' Agata è la più importante festa religiosa di Catania, e ritenuta pure una tra le feste religiose più seguite al mondo per il numero di gente che coinvolge, è stato stimato che dal 3 al 5 Febbraio giungono a Catania più un milione tra fedeli e turisti. 
Viene svolta ogni anno in diversi momenti dell' anno, i festeggiamenti principali vanno dal 3 Febbraio al 5 Febbraio, mentre gli altri sono il 12 Febbraio e il 17 Agosto.

SANT' AGATA - LA VITA - IL MARTIRIO (link alla curiosità)

Le origini

Le origini della venerazione di Sant' Agata risalgono all' anno seguente il martirio, ovvero il 252.
Il popolo catanese nutrì sin da subito una grande devozione per la vergine fanciulla Agata che si era votata al martirio pur di difendere il proprio onore e la propria fede in Cristo.
Stabilire la nascita delle celebrazioni ufficiali invece è più complicato, in assenza di documenti scritti che ne dichiarino l' anno.

Secondo diverse testimonianze, prima della nascita della Santa, per le vie di Catania veniva celebrata una festa pagana della Dea Iside della città greca di Corinto. Questa festa avrebbe molti punti in comune con la festa di Sant' Agata.

In entrambe le feste, i devoti indossano una tunica bianca durante la processione, che tirano i cordoni del fercolo ed entrambe scendevano sulla marina.

I primi festeggiamenti erano di natura liturgica e si svolgevano all' interno della Cattedrale fino al 4 Febbraio del 1169, quando nello storico terremoto (che provocò tantissimi danni a Catania e in tutta la Sicilia orientale) persero la vita tutti i cittadini all' interno della chiesa che crollò.
Dal 1209 al 1375 le processioni avvenivano con il famoso velo della santa.

Si presuppone che soltanto dal 1376 in poi, in concomitanza con la costruzione della vara/fercolo tutto in legno, siano iniziati i festeggiamenti con la processione per le vie di Catania.
Il fercolo odierno è stato inaugurato nel 1519, e seriamente danneggiato nel 17 Aprile del 1943 da parte di un bombardamento britannico, e ricostruito nel 1946, tutto in argento su di un telaio in legno.

Alla festa religiosa venne affiancata una festa popolare il 3 Febbraio, voluta dal Senato e dai cittadini della città, che prenderà il nome popolare di "Carrozza del Senato".

Per evitare problemi di ordine, venne emato un regolamento a cui dovevano attenersi gli organizzatori dei festeggiamenti, e vennero abbinati diversi spettacoli di natura diversa (tra cui le meravigliose Candelore) per intrattenere i fedeli che arrivavano da ogni parte della Sicilia.

La festa fino al 1692 veniva svolta in un giorno soltanto, il 4 Febbraio.
Dal 1712 la festa aveva asssunto un' importanza maggiore, si decise si strutturarla in due giorni, il 4 e 5 Febbraio, dato che la città si era espansa e le strade erano più larghe e ordinate e il giro dei quartieri cittadini non poteva più essere effettuato in un solo giorno.

Tra il '500 e metà dell '800, era presente l' usanza delle "ntuppateddi", donne appartenenti a varie classi sociali, che nei pomeriggi del 4 e 5 Febbraio, si avventuravano da sole in giro per la città avvolte in un grande mantello e con il volto completamente celato per non farsi riconoscere accettando dolci e regali da corteggiatori occasionali.

Negli anni sessanta era famoso il concerto, che si teneva nel piazzale centrale del Giardino Bellini, nel quale un complesso bandistico composto da tre grandi bande militari scelte, di volta in volta fra quelle dei (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Esercito, Marina e Aeronautica), eseguiva musiche operistiche e marce alla presenza di circa cinquantamila spettatori.
Il complesso bandistico, composto da oltre 300 elementi, veniva diretto, a turno, dai direttori delle singole bande.

Le candelore

Si tratta di grosse costruzioni in legno riccamente scolpite e dorate in superficie, costruite, generalmente, nello stile del barocco siciliano, e contenenti al centro un grosso cereo.
Questi imponenti ceri dal peso che oscilla fra i 400 ed i 900 chili, vengono portati a spalla, a seconda del peso, da un gruppo costituito da 4 a 12 uomini, che le fa avanzare con un'andatura caracollante molto caratteristica detta "a 'nnacata".
Le cannalore, oltre a precedere la processione di sant'Agata nei giorni 4 e 5 febbraio, già dieci giorni prima iniziano a girare per la città portandosi presso le botteghe dei soci della corporazione a cui appartengono, scortate da una banda che suona allegre marcette.
I tredici cerei hanno una posizione ben codificata nell'ordine da tenere nel corso della processione alla quale partecipano:

  1. Cereo di Monsignor Ventimiglia o di sant'Aita: È il più piccolo e fu donato nel 1766 da Monsignor Salvatore Ventimiglia allora arcivescovo di Catania.
  2. Cereo dei Rinoti: è la prima delle grandi cannalore in processione, essendo la più antica è stata donata dagli abitanti di San Giuseppe la Rena agli inizi dell’ 800, ed è costruita in stile barocco.
  3. Cereo degli Ortofluricoltori: la più originale, in stile gotico veneziano è stata restaurata interamente nel 1983, ripristinando in quest' occasione la tradizionale boccia a corona che la sovrasta, per la quale viene comunemente definita "la regina".
  4. Cereo dei Pescivendoli: in stile rococò, detta anche "a bersagliera", si distingue per una corona floreale, pendente dagli altorilievi del secondo ordine, che conferisce una sensazione di movimento durante le evoluzioni dell' annacata.
  5. Cereo dei Fruttivendoli: detta "la signorina" per la sua semplice bellezza. Si distingue per essere realizzato su di una base costituita da quattro cigni.
  6. Cereo dei Macellai: poggia su di una base costituita da quattro leoni ed ha, nella parte alta, una statua di San Sebastiano patrono della corporazione.
  7. Cereo dei Pastai spicca per la sua semplicità ed eleganza, in stile barocco esso è l’unico che manca di scenografie rappresentanti il martirio di Agata ed è l'unico che ha tuttora il candelone centrale in cera mentre le altre candelore hanno un cereo in plastica.
  8. Cereo dei Pizzicagnoli: è costruito in stile art nouveau o liberty ed è realizzato su di una base costituita da quattro cariatidi.
  9. Cereo dei Bettolieri: è realizzato in stile impero ed è costruito su una base rappresentata da quattro leoni e da quattro aquile. È il secondo più pesante dopo quello dei panificatori ed è portato da 10 persone.
  10. Cereo dei Fornai e dei Panettieri: è il più grande e pesante di tutti ed è trasportato da ben 12 persone e viene comunemente definita "la Mamma"
  11. Cereo del Circolo Sant' Agata: è realizzato in stile neoclassico. In esso sono raffigurati, oltre a sant'Agata, l'altro martire catanese compatrono di Catania, Sant' Euplio. È il meno pesante tra i ceri grandi.
  12. Cereo del Villaggio Sant' Agata: voluto dal sig. Salvatore Russo ed inaugurato nel 2010, ha ricevuto il benestare dal comitato dei festeggiamenti per partecipare alle processioni dei tre giorni nel 2012 e il 3 febbraio 2012 ha fatto la sua prima uscita in occasione dell'offerta della cera.
  13. Cereo dei Mastri Artigiani:della parrocchia Maria Santissima Assunta del quartiere Tondicello della Playa.

L' abbigliamento dei devoti

I devoti alla Santa vestono un saio di cotone bianco detto "Saccu, un copricapo di velluto nero detto "Scuzzetta", un cordone monastico bianco intorno alla vita, dei guanti bianchi e un fazzoletto bianco che viene agitato durante le grida di devozione alla Santa.

La festa in età moderna

I festeggiamenti si svolgono dal 3 Febbraio al 5 Febbraio.

Dal 1991 (tranne per un anno) la festa di Sant'Agata viene trasmessa in diretta da Antenna Sicilia fino a quasi mezzanotte, commentata da Salvo La Rosa.

Non possono mancare, in periodo di festa per la Santa catanese, i dolci legati alla tradizione della santa catanese: oltre alla calia e simenza (ceci secchi, semi di zucca, arachidi), presente in ogni festa a Catania, vengono realizzati per la ricorrenza alcuni dolciumi che hanno un riferimento a sant'Agata, come i cassateddi di sant'Aita (che fanno riferimento alle mammelle, per questo detti anche minnuzzi ri sant'Àjta, che furono strappate alla santa) e le alivetti (pasta di zucchero fragrante di colore verde a forma di olive) che si riferiscono ad una leggenda che vuole sia stato un albero di ulivo, sorto improvvisamente, durante una sosta di Agata mentre era ricercata dai soldati del console romano Quinziano.

In tutte le strade principali del centro storico di Catania vengono approntate delle illuminazioni artistiche che danno una particolare luce di festa a tutta la città. Tutti gli anni vengono variati i motivi ornamentali ma l'effetto è sempre molto coinvolgente e suggestivo. Il culmine di queste luci si ha alla sommità di via Sangiuliano, dove viene realizzato un enorme pannello, largo quanto tutta la strada, che, come un grande mosaico di luci colorate, raffigura una scena della vita di sant'Agata.

  • 3 FEBBRAIO:

    Si apre con la processione per l'offerta della cera (detta anticamente la processione della luminaria) a cui sono presenti oltre che cittadini e turisti, le più alte cariche religiose e autorità cittadine con in testa il sindaco e la giunta comunale, gli antichi ordini militari e cavallereschi, parte dalla Chiesa di Sant'Agata alla Fornace in Piazza Stesicoro detta a carcaredda, ovvero la fornace in cui sarebbe stata martirizzata Sant'Agata.
    La processione ha inizio con la sfilata in corteo delle dodici cannalore, questa volta non seguite dalla banda. 
    Seguono l'arcivescovo metropolita, i capitoli delle basiliche Cattedrale e Collegiata, il sindaco con la giunta comunale, autorità civili e militari oltre al clero dell'arcidiocesi. Il sindaco si reca alla Chiesa di San Biagio su di una carrozza settecentesca del Senato catanese assieme ad alcuni membri della giunta mentre altre autorità prendono posto in una seconda carrozza più piccola. Da alcuni anni le due carrozze sono esposte in permanenza nell'atrio del Palazzo degli Elefanti, la sede del municipio di Catania.
    Concludendosi la sera in Piazza Duomo con il caratteristico concerto lirico-sinfonico in onore di Sant'Agata e di alcuni fra i pezzi operistici più famosi al mondo.
    Alla fine del concerto ha luogo uno spettacolo piromusicale che per durata e bellezza non ha eguali. A questo proposito quando si vuol citare un evento fuori dal comune, i catanesi usano l' espressione dialettale: «mancu 'a sira ô tri»

  • 4 FEBBRAIO:

    I festeggiamenti si aprono con la messa dell' aurora.
    Alle ore 03.30 vengono aperti i portoni della Cattedrale, e nell' attesa dell' arrivo delle autorità comunali che custodiscono le chiavi del sacello, i devoti esprimono la loro devozione alla santa con grida e canti.
    Si procede all' apertura del sacello, assistendo così all' uscita del mezzo busto reliquiario e dello scrigno dalla camera in cui sono conservati.
    Dopo una breve attesa finalmente Sant'Agata si mostra, venendo fuori dai cancelli in ferro battuto e rivolgendo il suo sguardo prima alla navata destra e poi a quella centrale. 
    La scena è molto toccante e suggestiva con migliaia e migliaia di devoti che sventolando il fazzoletto bianco esplodono nel tradizionale urlo:

    Jè chiamamula ccu 'razzia e ccu cori, pì sant'Àjtuzza bedda, ca stà niscennu, cittatini! semu tutti divoti, tutti? cittatini, cittatini! evviva sant'Àjta cittatini! evviva sant'Àjta. tutti divoti, tutti? cittatini, cittatini!
    Chiamiamola con grazia e con cuore, per sant'Agatuccia bella, che sta uscendo, cittadini! siamo tutti devoti, tutti? cittadini, cittadini, evviva sant'Agata, cittadini! evviva sant'Agata. tutti devoti, tutti? cittadini, cittadini!

    Il mezzobusto contenente le reliquie è posto sull'altare maggiore e ha inizio la messa detta dell'aurora, mentre fuori il fercolo (il carro con il quale la santa sarà portata in processione) viene posizionato per l'imminente uscita.
    Alle ore 06.00 durante il tragitto dalla camera del tesoro all'altare maggiore viene intonato l'inno di sant'Agata:

    Inneggiamo alla martire invitta Rifulgente di luce divina Inneggiamo alla grande eroina Presso l'ara cosparsa di fior Anelante di palpiti sacri Si diffonda la gioia nel cielo Ed all'ombra del mistico velo Sorga l'inno festoso dei cuor Tu che splendi in paradiso Coronata di vittoria O sant'Agata la gloria Per noi prega, prega di lassù Esultante nei duri tormenti Luminosa nel carcere oscuro Ella affronta con animo puro Le minacce di un uomo crudel Non ascolta le vane lusinghe Le promesse di un sogno radioso Vince il fuoco e del cielo armonioso L'innamora l'eterno splendor Tu che splendi in paradiso Coronata di vittoria O sant'Agata la gloria Per noi prega, prega di lassù Per i secoli vola il Suo nome E risuona pei monti e sul mare Circonfuso di sole è l'altare Il suo corpo conserva fedel Su! leviam cittadini l'evviva Al valor centenario possente Di colei che pregava morente Il signor della vita immortal Tu che splendi in paradiso Coronata di vittoria O sant'Agata la gloria Per noi prega, prega di lassù!

    Alla fine della messa, Sant' Agata viene portata al fercolo salutata dai fuochi d' artificio, dai devoti.

    Il parroco della Basilica Cattedrale con un breve discorso affida alla popolazione etnea le Sante reliquie della Vergine Agata, e con le candelore a precedere la Santa, inizia il giro esterno della città.

    La prima parte del percorso si snoda uscendo da Porta Uzeda verso gli archi della marina, (Fino al XIX secolo il mare arrivava fin sotto i bastioni delle mura di Carlo V), la processione prosegue lungo via Dusmet costeggiando il tracciato delle mura cinquecentesche. Qui fino agli anni '70 avveniva un lancio di fettucce colorate da parte dei seminaristi. I platani sottostanti, spogli di foglie data la stagione, si rivestivano così di nastri colorati.

    Nel corso del giro effettua una sosta in Piazza Carlo Alberto davanti al Santuario della Madonna del Carmine, durante la quale la Patrona riceve l'omaggio del Terz' Ordine Carmelitano.

    Arrivati a Piazza Stesicoro segue una piccola sosta, dedicata a un messaggio dell' Arcivescovo Metropolita di Catania.
    Seguirà la tradizionale "A cchianata de Cappuccini", il fercolo di sant'Agata viene trainato di corsa fino al culmine della via, giungendo così dinanzi alla Chiesa di San Domenico, nell' omonima piazza.

    Raggiunta la Chiesa di Sant'Agata la Vetere, l' antica e prima Cattedrale di Catania, la processione si ferma qui per alcune ore. Verso sera, dopo una messa nella piccola Chiesa di Sant'Agata la Vetere, riprende il giro esterno della città che attraversa i quartieri dell' Antico Corso, dei Cappuccini, della Porta Garibaldi 'u Futtinu con uno spettacolo pirotecnico, di San Cristoforo e degli Angeli custodi, per rientrare in cattedrale, alle prime luci dell'alba o addirittura la mattina del giorno 5 dando luogo a spettacoli di fuochi pirotecnici.

  • 5 FEBBRAIO:

    La festa ha inizio con il solenne pontificale, concelebrato dai vescovi di tutta la Sicilia, in presenza del legato pontificio che è solitamente un cardinale. Partecipano il clero catanese al completo, le autorità civili e militari ed il popolo dei fedeli.
    Nel pomeriggio, verso le diciotto, ha inizio il giro interno della città.
    Il fercolo percorre la via Etnea fino al Giardino Bellini, per deviare poi in via Caronda che percorre fino ad arrivare in piazza Cavour dove, davanti alla Chiesa di Sant'Agata al Borgo, ha luogo uno spettacolo pirotecnico. Alla fine la processione scende, lungo la via Etnea, verso la Cattedrale fino ai Quattro Canti dove gira a destra per effettuare di corsa la tradizionale "a cchianata 'i Sangiulianu. Il fercolo veniva trainato di corsa dai devoti, lungo la via Sangiuliano, fino a raggiunge la sommità della salita fra due ali di folla plaudente.
    Dopo un incidente avvenuto nei primi anni del 2000, nel quale perse la vita un giovane, la salita viene fatta velocemente ma non più di corsa per motivi precauzionali.
    Per Via Crociferi, la più bella strada barocca di Catania, il fercolo si avvia verso la cattedrale. Viene effettuata l'ultima sosta davanti al convento delle suore di clausura delle Benedettine del Santissimo Sacramento che, da dietro i cancelli del sagrato del loro monastero, intonano dei canti a sant'Agata. Quindi, quando il sole sta per sorgere (ma anche con ritardo notevole di alcune ore), sant'Agata fa rientro in cattedrale il 6 Febbraio.

  • 17 AGOSTO:

    È forse la più antica festa nel tempo in onore alla Santa, in quanto si rifà ai festeggiamenti spontanei che si verificarono nella notte del 17 agosto del 1126 quando le sue spoglie vennero riportate a Catania da Costantinopoli, dai due soldati Gilberto e Goselmo.

    La festa si svolge in maniera ridotta rispetto ai grandiosi festeggiamenti di febbraio, ma attira comunque nel centro storico migliaia di fedeli, turisti e curiosi. Oltre alla messa in onore di Sant'Agata, nel tardo pomeriggio si svolge una breve processione con lo scrigno contenente le reliquie e il mezzobusto reliquiario, nei dintorni della Cattedrale, in Via Dusmet procedendo per Piazza San Placido e facendo ritorno in chiesa per Via Vittorio Emanuele con straordinari giochi pirotecnici in un'area riservata al Porto di Catania e, cosa molto particolare, sul tetto della chiesa di San Placido.

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